Studi Cognitivi Firenze
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Fobia Sociale

Centro studi cognitivi Firenze

La Fobia Sociale è inserita all’interno dei Disturbi d’Ansia e si caratterizza per un’ansia esperita in specifici contesti interpersonali ed è frequentemente associata a comportamenti di evitamento di tali contesti con una compromissione  della qualità della vita. Le situazioni in cui il soggetto prova ansia nella fobia sociale sono quelle in cui è la possibilità di essere giudicati altri, per timore di apparire ridicolo o incapace agli occhi degli altri.  I nuclei centrali su cui si poggia questo disturbo è, da una parte, il forte desiderio di dare una buona immagine di sé e, dall’altra, la percezione di non esserne capaci.

Nella popolazione generale degli Stati Uniti una prevalenza a 12 mesi del disturbo colpisce il 7 % degli adulti, mentre in Europa la percentuale è del 2,3 %. Le femmine sono maggiormente soggette all’Ansia Sociale rispetto ai maschi e tale differenza è più marcata nella fascia adolescenziale e nei giovani adulti (Fonte: DSM – 5, 2013).

Tutti noi abbiamo vissuto momenti di particolare apprensione in situazioni sociali, come esami o parlare in pubblico, ma coloro che soffrono di disturbo di fobia sociale, pur riconoscendo di provare ansia eccessiva,  metteranno in atto tutta una serie di comportamenti sia protettivi di ricerca di sicurezza, durante l’evento, che di evitamento della situazione ansiogena o in alternativa la porteranno a termine ma con una grandissima sofferenza.

 

I SINTOMI DELLA FOBIA SOCIALE

  • Paura o ansia marcate relative a una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto al possibile giudizio degli altri, come essere osservati o eseguire prestazioni di fronte ad altri.
  • L’individuo teme che agirà in modo tale da essere criticato o manifesterà sintomi di ansia che saranno valutati negativamente.
  • Le situazioni sociali temute provocano quasi invariabilmente paura o ansia.
  • Le situazioni sociali sono evitate oppure sopportate con paura o ansia
  • La paura o l’ansia appaiono sproporzionate rispetto alla reale minaccia posta dalla situazione sociale e dal contesto socioculturale.
  • La paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti e durano tipicamente 6 mesi o più.

Il paziente che arriva in terapia lamentando questa problematica percepisce l’ansia come ostacolo alla performance sia nel controllo dei movimenti, sulla memoria  che nella capacità di esposizione. Frequentemente l’ansia, nella fobia sociale, accompagna la persona sia prima dell’evento temuto, si parla allora di ansia anticipatoria,  che durante il suo svolgimento momenti questi in cui il soggetto metterà in atto tutte quelle strategie di gestione dello stato problematico il cui esito è spesso quello di rinforzarlo. Pensiamo ad esempio ad un ragazzo che prima di una festa di compleanno inizierà a provare a ansia, con sudorazione e tensione muscolare, pensando a come verrà notato impacciato e quindi deriso da tutti. Probabilmente a causa di questa forte attivazione ansiosa farà qualcosa per gestirla; evitare di andare alla festa per non esporsi a quella brutta figura potrebbe essere una soluzione ma che se ha come vantaggio quella di regolare quasi immediatamente l’ansia avrà come forte costo quello di rinforzare lo scenario temuto in cui gli altri lo dileggiano per la sua goffaggine.

 

LA DIAGNOSI DI FOBIA SOCIALE

All’interno del colloquio diagnostico è fondamentale distinguere la fobia sociale, condizione limitante e disadattiva per chi ne soffre da comuni tratti di personalità, quali ad esempio la timidezza. Nelle persone che soffrono di agorafobia il timore non è legato al giudizio delle altre persone ma di trovarsi in spazi aperti dai quali è difficile scappare o chiedere aiuto.  Gli attacchi di panico in persone che soffrono di ansia sociale avvengono in contesti sociali in cui si teme il giudizio degli altri diverso quindi dal disturbo di panico dove gli attacchi non sono collegati direttamente ai contesti interpersonali. Nel disturbo d’ansia generalizzato, a differenza del disturbo d’ansia sociale, gli episodi d’ ansia sono collegati ad una varietà anche non riconducibili al giudizio di altri. Anche i soggetti affetti da disturbo depressivo maggiore possono sentirsi indegni del giudizio positivo da parte di altri e per ciò aver timore di essere giudicati ma non per i loro comportamenti sociali non adeguati. Nel disturbo evitante di personalità  la fobia sociale ha in comune uno stato di attivazione ansiosa, rinforzata da una bassa autostima, che porta il soggetto ad aspettarsi un giudizio negativo da parte degli altri; la differenza sta nel fatto che nel disturbo evitante di personalità il paziente ha un timore pervasivo in tutte le situazioni sociali e relazionali mentre nella fobia sociale, invece, sono presenii in genere, specifiche paure correlate alla prestazione sociale.

 

ESORDIO E DECORSO DEL DISTURBO D’ANSIA SOCIALE

L’età media di insorgenza del disturbo, nel 75 % dei casi, è compresa tra gli 8 e i 15 anni, può essere registrato nella prima infanzia mentre è più raro che possa esordire in età adulta. Il disturbo d’ansia sociale può comparire a seguito di un evento umiliante o progressivamente nel tempo. Così come alcuni cambiamenti di stili di vita possono facilitare la comparsa del disturbo certe condizioni possono anche ridurlo temporaneamente per poi farlo ripresentare. Parliamo quindi di un disturbo la cui diagnosi adeguata ed un conseguente progetto terapeutico gioca un ruolo molto importante nel prevenire la sua cronicizzazione.

 

COSTRUTTI PSICOPATOLOGICI TIPICI NELLA FOBIA SOCIALE

L’ansia anticipatoria è sicuramente uno dei costrutti psicocopatologici più centrali nel disturbo d’ansia per la salute. La preoccupazione che il soggetto avverte in contesti sociali si materializza prima di accedere all’interno del contesto temuto spesso con un forte rimuginio, altro elemento presente e che il clinico ha il dovere di investigare. L’evitare le situazioni sociali può portare ad un peggioramento della qualità della vita da parte del soggetto che non di rado riporta al clinico come una deflessione del tono dell’umore conseguente al disturbo primario. Diventa centrale a riguardo, a fronte di questo isolamento nel tempo, la presa di consapevolezza da parte del soggetto del proprio stato problematico così da attivare quanto prima una richiesta d’aiuto.

 

IL TRATTAMENTO DEL DISTURBO D’ANSIA SOCIALE

La sintomatologia collegata al disturbo d’ansia sociale, elemento questo in comune con tutti i disturbi d’ansia, tendono a cronicizzarsi se non si interviene con lo scopo di interrompere tutte quelle strategie di evitamento che mantengono lo stato problematico. Durante il primo colloquio è importante per il clinico valutare se l’intervento possa essere di carattere psicoterapeutico, farmacologico o un’integrazione tra i due. Le Linee Guida NICE consigliano la Terapia Cognitivo Comportamentale  (CBT) e il training di rilassamento, in quanto queste terapie hanno evidenziato prove di efficacia. Gli interventi di self-help e i gruppi psicoeducativi sono condotti ugualmente secondo un orientamento di terapia cognitiva. (Fonte: National Institute for Health and Clinical Excelence, NICE, 2011). La terapia cognitivo comportamentale nella fobia sociale ha come elemento centrale quello di aiutare il soggetto ad esporsi a quelle situazioni sociali per lui ansiogene. Per poter organizzare questi esercizi comportamentale la terapia deve avere prima per individuato e trattato quei processi e meccanismi disfunzionali che vengono messi in atto automaticamente dal paziente con lo scopo di proteggersi dallo scenario temuto, la brutta figura di fronte agli altri, ma che nel tempo hanno rinforzato lo stato problematico (basti pensare all’evitamento, o ad altri comportamenti come evitare il contatto visivo o cercare di imitare qualcun altro). Oltre a questi aspetti più centrati sugli aspetti sintomatici del disturbo avrà un ruolo chiave all’interno del trattamento quello di aiutare il soggetto a riprendere in mano aspetti della propria vita messi da parte a causa del problema (rapporti sociali, lavoro, passioni etc.).