Studi Cognitivi Firenze
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Disturbo d’Ansia Generalizzato

Centro studi cognitivi Firenze

L’ansia è una reazione normale in determinate situazioni, come la sensazione di tensione quando si parla di fronte a un pubblico o l’accelerazione del battito cardiaco quando ci si trova difronte ad una situazione pericolosa. Questa risposta fisiologica ancestrale è adattiva perché aiuta a preparare l’organismo a reagire ad una minaccia reale o percepita. Quando l’ansia e la preoccupazione diventa cronica, tuttavia, o sono esagerate e senza una causa reale, ci possiamo trovare difronte ad un disturbo d’ansia. Invece di uno stato di attivazione normale, capace di soddisfare efficacemente una sfida immediata, i disturbi d’ansia in realtà non consentono di affrontare nel migliore dei modi la vita quotidiana.

 

Le caratteristiche del disturbo d’ansia generalizzata

Tra i disturbi d’ansia, il disturbo d’ansia generalizzata è caratterizzato dalla tendenza a preoccuparsi (rimuginare) in maniera incontrollata su diverse circostanze e situazioni della vita quotidiana, come problemi relazionali, di salute o lavorativi.

Il disturbo d’ansia generalizzata è quindi diverso dalle normali sensazioni di ansietà: è infatti del tutto normale preoccuparsi di tanto in tanto, tuttavia, una persona affetta da disturbo d’ansia generalizzata potrebbe rimuginare incontrollabilmente sullo stesso argomento per diverse ore al giorno, per diversi giorni o settimane. Questo può accadere anche quando non c’è una ragione effettiva per rimuginare: nonostante la consapevolezza che la preoccupazione è esagerata e fuori luogo, la persona affetta da disturbo d’ansia generalizzata potrebbe avere la sensazione di non riuscire a interrompere il proprio rimuginio. Talvolta inoltre, riportano la sensazione che qualcosa di brutto sia sul punto di accadere o potrebbero riferire semplicemente di non riuscire a calmarsi. Questo rimuginio eccessivo e irrealistico può essere così intenso da interferire significativamente con le attività quotidiane e con le relazioni interpersonali.

 

La diagnosi del disturbo d’ansia generalizzata

Una diagnosi di disturbo d’ansia generalizzata può essere fatta in presenza di una eccessiva ansia e preoccupazione (rimuginio) relativamente ad una serie di eventi o attività (come prestazioni lavorative o scolastiche, relazioni sentimentali, salute fisica o mentale) che si verificano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi.

La persona con disturbo d’ansia generalizzata ha difficoltà a controllare la preoccupazione.

L’ansia e la preoccupazione sono associate a tre o più dei seguenti sintomi:

  • Irrequietezza
  • Faticabilità
  • Difficoltà di concentrazione
  • Irritabilità
  • Tensione muscolare
  • Disturbi del sonno (come difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno)

Inoltre, l’ansia o la preoccupazione non è specificamente quella di avere un attacco di panico (anche se gli attacchi di panico possono verificarsi in una persona con disturbo d’ansia generalizzata), essere in imbarazzo in pubblico (come nella fobia sociale), essere contaminati (come nel disturbo ossessivo-compulsivo), essere lontano da casa o da parenti stretti (come nel disturbo d’ansia di separazione), aumentare di peso (come nell’anoressia nervosa), o di avere una grave malattia (come nella ipocondria) e l’ansia e la preoccupazione non si verificano esclusivamente durante il disturbo post-traumatico da stress (PTSD).

L’ansia, la preoccupazione o i sintomi fisici causano disagio clinicamente significativo o una compromissione di aree importanti del funzionamento (sociale, lavorativo, o di altro tipo).

Infine, per una corretta diagnosi è necessario escludere che i sintomi del disturbo d’ansia generalizzato non siano spiegabili dagli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per esempio, una droga di abuso o un farmaco) o da una condizione medica generale (per esempio, ipertiroidismo) e non si manifestino esclusivamente durante un disturbo dell’umore, un disturbo psicotico, o di un disturbo pervasivo dello sviluppo.

 

Esordio e decorso del disturbo d’ansia generalizzata

L’insorgenza del disturbo d’ansia generalizzata è spesso graduale, di solito chi ne è affetto riferisce di essere ansioso fin dall’infanzia o l’adolescenza. L’età media di insorgenza vera e propria del disturbo d’ansia generalizzata è intorno ai 30 anni. Nel corso della vita, circa il 5% della popolazione può ricevere questa diagnosi, con una prevalenza che tocca il 10% tra le donne al di sopra dei 40 anni. In generale, la possibilità di sviluppare un disturbo d’ansia generalizzata cresce con l’età, a differenza di molti altri disturbi d’ansia. L’incidenza di questo disturbo è inoltre maggiore tra le persone disoccupate o che hanno malattie croniche.

Il decorso del dag è persistente nel corso della vita, con un andamento che segue, nel contenuto delle preoccupazioni, le tematiche tipiche della fase di vita attraversata, ad esempio preoccupazioni scolastiche o lavorative nella prima età adulta, preoccupazioni legate alla propria salute e dei propri cari nel momento in cui si costruisce una famiglia e si hanno figli.

La persistenza nel tempo di un dag può infine aumentare il rischio di sviluppare altri disturbi, come disturbi depressivi e abuso di sostanze, in particolare abuso di alcol, che viene spesso assunto nel tentativo di gestire le proprie preoccupazioni e l’ansia che ne deriva.

 

Cause del disturbo d’ansia generalizzata

Come per gran parte dei disturbi nell’ambito della salute mentale, il disturbo d’ansia generalizzata può essere ricondotto ad una combinazione di fattori biologici e ambientali che interagiscono fino allo sviluppo del disturbo. Alcuni studi hanno documentato alterazioni misurabili nel funzionamento di alcuni processi cerebrali coinvolti nel regolare l’attività di neurotrasmettitori quali la serotonina e la noradrenalina.

Per quanto riguarda gli aspetti ambientali, le persone che sviluppano un disturbo d’ansia generalizzata possono essere cresciute in ambienti familiari in cui l’insegnamento della gestione dello stress e del fronteggiamento dei pericoli e delle incertezze non è stato sufficientemente efficace, favorendo un temperamento timoroso e tendente a catastrofizzare i rischi. L’interazione di questi fattori con una vulnerabilità genetica aumenta quindi il rischio di sviluppare il disturbo, sebbene non esista nessun fattore che possa esserne individuato come causa diretta e sufficiente.

 

Processi psicologici patogeni associati al disturbo d’ansia generalizzata

Dal punto di vista del funzionamento psicologico, il disturbo d’ansia generalizzato è caratterizzato dalla presenza del rimuginio, un flusso di pensieri ripetitivo e ricorrente incentrato sull’immaginare eventi negativi futuri sempre peggiori, in una catena di ipotesi catastrofiche nella forma “e se succede questo? E se poi succede quest’altro?”. Il rimuginio è una forma di pensiero rivolta al futuro e che si innesca prevalentemente sulla base di dubbi, preoccupazioni o situazioni di incertezza. La reazione di rimuginio difronte alle incertezze sembra essere collegata all’idea che sia un comportamento utile: per le persone affette da disturbo d’ansia generalizzata infatti, rimuginare può aiutare a trovare soluzioni per i possibili problemi futuri, oppure a prevenire i pericoli o a soffrire di meno nel momento in cui gli eventi catastrofici dovessero verificarsi. Il rimuginio tuttavia, contribuisce al mantenimento dell’ansia stessa, perché mantiene nella mente della persona scenari catastrofici percepiti come imminenti o probabili: quando il rimuginio contribuisce all’accrescere del disagio e dell’ansia, la persona prova ad interromperlo ma non ci riesce a causa di tentativi infruttuosi come la distrazione o la soppressione dei pensieri. Tutto ciò contribuisce a far percepire il rimuginio come un processo incontrollabile e insidioso. È proprio la sensazione di incontrollabilità del rimuginio che caratterizza il disturbo d’ansia generalizzata rispetto al normale rimuginio che di tanto in tanto chiunque può sperimentare.

 

La terapia del disturbo d’ansia generalizzata

Le linee guida nice (national institute for health and clinical excelence, 2011) indicano come interventi d’elezione supportati da prove di efficacia documentate la terapia cognitivo comportamentale (CBT) e il training di rilassamento, possono essere efficaci anche gruppi di psicoeducazione e programmi di auto-aiuto (self-help), comunque ispirati ai principi della terapia cognitivo comportamentale.

 

Trattamenti farmacologici

I trattamenti di psicoterapia, a seconda dei casi, possono essere utilizzati in associazione a interventi farmacologici specifici capaci di agire a breve e a lungo termine sul disturbo e i suoi sintomi, utilizzando categorie farmacologiche quali ansiolitici, come le benzodiazepine, o antidepressivi di nuova generazione, come i SSRI (inibitori della ricaptazione della serotonina). La combinazione degli interventi farmacologici e psicoterapici dipende dalla valutazione clinica del singolo caso e delle sue caratteristiche, oltre che dalle preferenze e dai bisogni specifici del paziente.

 

La terapia cognitivo comportamentale (CBT)

La terapia cognitivo comportamentale è uno dei trattamenti più efficaci per il disturbo d’ansia generalizzata, in quanto i suoi benefici appaiono più duraturi di quelli ottenuti con i soli trattamenti farmacologici.

Mediante la CBT il paziente comprende come i suoi problemi, i suoi pensieri, la sua ansia e i suoi comportamenti siano legati tra loro. In particolare la CBT aiuta la persona a mettere in discussione la fondatezza delle proprie preoccupazioni valutando in modo più appropriato le situazioni e imparando a tollerare le incertezze. La CBT inoltre aiuta la persona ad affrontare le situazioni che evita a causa dell’ansia e ad abbandonare comportamenti di sicurezza patogeni come la richiesta continua di rassicurazioni.

 

La terapia metacognitiva (MCT)

La terapia metacognitiva è una recente evoluzione della CBT standard, e che ha dimostrato una grande efficacia proprio nel trattamento del disturbo d’ansia generalizzata. La MCT, a differenza della CBT standard, non si occupa di aiutare il paziente a rivalutare la fondatezza delle proprie preoccupazioni, entrando quindi nel merito del singolo evento o della singola situazione, ma aiuta la persona a sviluppare un controllo flessibile della propria attenzione e dei propri pensieri, agendo direttamente sul rimuginio e rendendo questo processo controllabile. La MCT agisce mediante esercizi pratici effettuati in seduta e a casa, che aiutano il paziente a recuperare le abilità realmente efficaci nel regolare il suo rimuginio e a relazionarsi con i propri pensieri in modo più distaccato e sereno.

 

Mindfulness e training di rilassamento

Anche la mindfulness e i training di rilassamento sono pratiche terapeutiche efficaci nel trattare il disturbo d’ansia generalizzata. La mindfulness è una tecnica basata su principi di meditazione che agisce aiutando il paziente a mantenere la propria consapevolezza sul momento presente, rimanendo consapevole delle sensazioni e delle emozioni che prova, accettandole senza reagire e quindi interrompendo circoli viziosi tipici del disturbo quali l’intolleranza dell’incertezza e delle sensazioni spiacevoli correlate all’ansia.

Il training di rilassamento agisce sulla tensione muscolare che si manifesta durante situazioni ansiogene. In particolare, il paziente imparerà a riconoscere lo stato di tensione fisica e rilassare i propri muscoli sempre più efficacemente, e a farlo soprattutto durante situazioni o condizioni che normalmente scatenano l’ansia.

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