Studi Cognitivi Firenze
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Disturbi di Personalità

Centro studi cognitivi Firenze

La Personalità

Non è semplice dare una definizione esatta di cosa si intende col termine personalità. Questo perché può essere difficile ad esempio perché i termini che utilizziamo per descrivere le persone tendono ad avere significati molto ampi e possono riferirsi ad aspetti diversi dell’esperienza: col termine timidezza ad esempio, possiamo riferirci sia ad una esperienza interiore di disagio difronte alle altre persone, sia ad un comportamento ritirato e schivo.

Un altro aspetto che rende difficile dare una definizione di personalità è che il modo in cui ci comportiamo e appariamo agli altri tende ad essere diverso a seconda delle circostanze: possiamo conoscere bene una persona sul lavoro ma trovarla molto differente in un contesto privato.

Nella salute mentale con la parola personalità ci si riferisce, per semplicità, ad un insieme di caratteristiche personali che si sviluppano durante la crescita e che rendono ognuno di noi un individuo. Le caratteristiche della personalità possono riferirsi al modo di pensare, sentire, comportarsi.

La personalità tende a definirsi in maniera stabile con l’inizio dell’età adulta, intorno ai 20 anni, periodo nel quale ognuno di noi struttura i propri modi di pensare, sentirsi e comportarsi, che rimarranno tendenzialmente stabili per il resto della vita e che ci rendono capaci di relazionarci in modo efficace con le altre persone.

I Disturbi di Personalità: il significato

Per alcuni di noi, tuttavia, questo non avviene, parti della personalità possono svilupparsi in maniera tale da rendere difficile o problematica l’interazione con le altre persone o con se stessi. Queste componenti (generalmente chiamate tratti) della personalità che rendono difficile la convivenza sono spesso difficili da modificare a causa della loro rigidità e spesso della loro inconsapevolezza, nonostante i loro effetti negativi nelle relazioni e in molti contesti di vita diversi.

Se siamo affetti da un disturbo di personalità, gli altri, d’altro canto, possono aver notato in noi questi tratti fin dall’infanzia e dalla prima adolescenza. Esempi di questi tratti problematici possono essere la difficoltà a:

  • Creare e mantenere relazioni intime;
  • Andare d’accordo con i colleghi;
  • Andare d’accordo con amici e parenti;
  • Tenersi fuori dai guai;
  • Regolare i propri sent0imenti e i propri comportamenti;
  • Ascoltare gli altri.

Nel caso in cui questi tratti rendano la persona infelice o in difficoltà, e gli altri arrabbiati o feriti per via del comportamento della persona, allora potremmo trovarci difronte ad un disturbo di personalità.

Dal momento che i disturbi di personalità rendono la vita più difficile, aumenta anche la probabilità di incorrere in altri problemi mentali come depressione, abuso di sostanze o di alcol.

Quanto sono comuni i disturbi di personalità:

Dal momento che la personalità è difficile da definire e da valutare, gli studi sulla diffusione dei disturbi danno risultati che oscillano da 1 disturbo su 5 a 1 disturbo su 20 venti persone della popolazione generale. In ogni caso, i disturbi di personalità nel loro insieme sembrano molto diffusi.

 

I Disturbi di Personalità: come si manifestano

Ci sono vari modi di descrivere i disturbi mentali, uno di essi consiste nel dividerli in categorie. Il primo passo consiste nel verificare che ci siano insiemi di tratti di personalità che si trovano ricorrentemente in un numero significativo di persone. Una volta che questi insiemi di tratti sono stati identificati possono essere ricercati metodi efficaci per trattarli.

La ricerca suggerisce che i disturbi di personalità possono essere suddivisi in tre grandi raggruppamenti sulla base del loro “tono” emotivo:

  • Cluster A: strano o eccentrico
  • Cluster B: drammatico
  • Cluster C: ansioso

Ogni cluster raggruppa un insieme di disturbi di personalità, ognuno dei quali è caratterizzato da elementi distintivi, di seguito indichiamo per ogni di disturbo di personalità alcuni di essi a titolo esemplificativo:

Cluster A:

Disturbo di personalità schizoide.  Chi è affetto da disturbo di personalità schizoide è introverso, chiuso, solitario, emotivamente freddo e distante.  Sono spesso assorbiti nei propri pensieri e sentimenti e hanno paura della vicinanza e dell’intimità.

Disturbo paranoide di personalità.  La caratteristica essenziale di questo tipo di disturbo di personalità è la tendenza ad interpretare le azioni degli altri come deliberatamente minacciose o umilianti nei propri confronti. Le persone con disturbo di personalità paranoide sono diffidenti, rancorose, inclini a scoppi d’ira o aggressivi senza motivazioni fondate se non nel percepire l’altro come infedele, sleale o ingannevole.

Disturbo di personalità schizotipico. Le persone con disturbo di personalità schizotipico possono avere modi bizzarri o eccentrici di parlare o vestirsi. Convinzioni e pensieri strani, stravaganti o paranoici sono comuni, fino a mostrare segni di “pensiero magico”, possono infatti riferire di saper prevedere il futuro o leggere nella mente degli altri. Le persone con disturbo di personalità schizotipico hanno difficoltà a formare relazioni e sperimentano ansia anche estrema in situazioni sociali, nelle quali possono reagire in modo inappropriato, ad esempio parlando a se stessi, o non reagire affatto durante una conversazione.

Cluster B:

Disturbo Antisociale di Personalità. Le persone con disturbo antisociale di personalità tipicamente agiscono sulla base dei loro personali scopi e ignorano le normali regole di comportamento sociale. Questi individui sono impulsivi, irresponsabili e insensibili alla colpa. In genere, la personalità antisociale ha una storia di difficoltà di ordine giuridico, o di un comportamento bellicoso e irresponsabile, relazioni aggressive e anche violente. Essi non mostrano alcun rispetto per gli altri e non sentono rimorso per gli effetti dannosi del loro comportamento. Queste persone sono inoltre ad alto rischio di abuso di sostanze, in particolare l’alcolismo, perché li aiuta ad alleviare la tensione, l’irritabilità e la noia.

Disturbo Borderline di Personalità. Le persone con disturbo borderline di personalità sono caratterizzate dall’instabilità in diversi ambiti, tra cui le relazioni interpersonali, il comportamento, l’umore e immagine di sé. Cambiamenti di umore improvvisi ed estremi, relazioni interpersonali tempestose, una immagine di sé instabile e fluttuante, azioni imprevedibili e autodistruttive caratterizzano la persona con disturbo borderline di personalità. Questi individui hanno in genere grandi difficoltà con il proprio senso di identità e con quello degli altri, giudicando e giudicandosi come “tutto bene” o “tutto male”. I timori di abbandono possono portare ad un’eccessiva dipendenza dagli altri, per questo comportamenti autolesivi o gesti suicidari ricorrenti possono essere utilizzati per ottenere l’attenzione gli altri e prevenire l’abbandono temuto. Azioni impulsive, sentimenti cronici di noia o di vuoto, e attacchi di intensa rabbia inappropriata sono altre caratteristiche di questo disturbo.

Disturbo Narcisistico di Personalità. Le persone con personalità narcisistica hanno un senso esagerato della propria importanza, vengono assorbiti da fantasie di successo illimitato, e cercano una costante attenzione e ammirazione da parte degli altri. La personalità narcisistica è ipersensibile al fallimento e all’impatto di sintomi fisici di cui si lamenta con molta facilità. Incline a sbalzi d’umore estremi tra auto-ammirazione e insicurezza, queste persone tendono a sfruttare le relazioni interpersonali per alimentare la propria immagine positiva.

Cluster C:

Disturbo di personalità evitante. Le persone con personalità evitante sono spesso ipersensibili al rifiuto e sono riluttanti a stare con gli altri a meno che non siano sicuri di essere graditi. L’eccessivo disagio sociale, la timidezza, la paura della critica, l’evitamento di attività sociali o lavorative che implicano il contatto interpersonale sono caratteristici della personalità evitante. Essi hanno paura di dire qualcosa che possa essere considerato stupido e si preoccupano di poter arrossire o piangere di fronte agli altri; si sentono facilmente e profondamente feriti da qualsiasi forma disapprovazione, anche solo percepita. Le persone con disturbo di personalità evitante possono non avere stretti rapporti al di fuori della loro cerchia familiare, anche se vorrebbero, e sono addolorati per la loro incapacità di relazionarsi bene con gli altri.

Disturbo di personalità dipendente. Le persone con disturbo di personalità dipendente possono presentare un comportamento dipendente e sottomesso, basandosi sugli altri per prendere decisioni al posto loro. Hanno un bisogno eccessivo di rassicurazione e consigli anche per circostanze quotidiane e comuni e sono sensibili alla critica ed alla disapprovazione. Si sentono a disagio e incapaci se sono soli, e possono essere devastati quando finisce un rapporto intimo che per loro costituiva un punto di riferimento. Tipicamente privo di fiducia in se stesso, la personalità dipendente avvia raramente progetti o fa le cose in modo indipendente. Questo disturbo di solito inizia nella prima età adulta e viene diagnosticata più frequentemente nelle femmine rispetto ai maschi.

Disturbo di personalità ossessivo-compulsivo. Gli individuo con questa personalità sono coscienziosi ed hanno standard elevati e perfezionistici. Non del tutto soddisfatti per i loro successi, le persone con disturbo di personalità compulsiva tendono ad assumere sempre più responsabilità. Sono affidabili, ordinati e metodici, ma la loro inflessibilità spesso li rende incapaci di adattarsi alle circostanze in cui sarebbe necessaria una certa flessibilità. Le persone con personalità compulsiva sono altamente cauti, pesano tutti gli aspetti di un problema e prestano attenzione a ogni dettaglio, fino a rendere difficile per loro prendere decisioni e completare le attività.

Leggendo le descrizioni di ogni tipologia di disturbo di personalità, ciascuno potrebbe riconoscere alcuni aspetti del proprio modo di essere in uno o più descrizioni. Questo non significa necessariamente che si ha un disturbo di personalità: ciò che definisce la presenza di un vero e proprio disturbo è la coesistenza di numerosi tratti e un effetto negativo persistente sulla propria vita e su quella degli altri.

Allo stesso tempo, le proprie difficoltà interpersonali potrebbero non rientrare esattamente in nessuna di queste categorie o essere caratterizzate da elementi di numerose categorie diverse: questo non è inusuale perché è difficile poter descrivere una personalità in modo chiaro ed esaustivo: ogni categoria può essere vista come l’espressione estrema di caratteristiche normali e comuni.

Vivere con un disturbo di personalità:

Le persone affette da disturbi di personalità, al pari di ogni altra persona con difficoltà di ordine psicologico, possono essere stigmatizzate a causa della loro diagnosi, suscitando diffidenza, rabbia o disapprovazione invece di supporto, compassione e comprensione. Tutto ciò oltre ad essere ingiusto è dannoso, dal momento che i disturbi di personalità sono problemi reali che richiedono un aiuto concreto e professionale.

Vivere con qualcuno affetto da un disturbo di personalità: 

La vita quotidiana con una persona affetta da disturbi di personalità può essere difficile, ma non sempre. Dando loro spazio, ascolto e comprensione rispetto alle loro difficoltà e ai loro punti di vista può essere d’aiuto, anche grazie al coinvolgimento di altre figure come amici, parenti e talvolta professionisti della salute mentale. Allo stesso tempo è importante che chi è coinvolto con persone affette da disturbo di personalità si prenda cura della sua stessa salute mentale e fisica, non solo per sé ma anche per avere le risorse necessarie a fronteggiare nel modo migliore ogni difficoltà portata dal disturbo.

Le cause dei disturbi di personalità

Non esiste una spiegazione ed una origine univoca e chiara dei disturbi di personalità: possono essere infatti ricondotti ad un insieme di fattori come il contesto interpersonale in cui si è cresciuti, aspetti genetici e fisiologici ed altri disturbi mentali.

In molte, sebbene non in tutte, le persone affette da un disturbo di personalità, è possibile rintracciare una storia di abuso fisico o psicologico durante l’infanzia, un contesto familiare violento o patologico, come la presenza di un genitore alcolista.

Trattamento dei Disturbi di Personalità

Attraverso cure adeguate, le persone affette da disturbi di personalità possono avere una vita pienamente funzionale e soddisfacente, o in ogni caso gestire in maniera più efficace le loro difficoltà diminuendone gli effetti negativi.

I trattamenti indicati sono sia di tipo psicologico che farmacologico ed il loro utilizzo dipende da alcuni fattori come le preferenze soggettive della persona, il tipo di difficoltà presentata, la disponibilità e l’accessibilità dei trattamenti.

I trattamenti farmacologici per i disturbi di personalità tendono ad essere utilizzati in particolare su alcuni effetti secondari della sofferenza generata dal disturbo, come stati depressivi, oscillazioni emotive e disturbi d’ansia.

I trattamenti psicologici consistono in una serie di pratiche psicoterapiche che sembrano efficaci in particolare per i disturbi del cluster B. Le cure per i disturbi di personalità sono generalmente terapie a lungo termine e possono coinvolgere diverse tecniche terapeutiche, sia individuali che di gruppo.

La  psicoterapia dei disturbi di personalità:

La terapia dialettico-comportamentale (DBT) di Marsha Linehan è un approccio cognitivo comportamentale che enfatizza gli aspetti psicosociali del trattamento. Il modello teorico di base sottolinea come alcune persone siano inclini a reagire in modo più intenso e fuori dall’ordinario difronte a determinate circostanze emotive, in particolare quando coinvolgono le loro relazioni intime, familiari ed amicali. Il modello DBT suggerisce che i livelli di attivazione emotiva di alcune persone in tali situazioni possono aumentare molto più rapidamente rispetto alla media e raggiungere un livello più elevato del normale. La DBT attraverso trattamenti individuali e di gruppo insegna a queste persone una serie di abilità con cui reagire a queste attivazioni emotive nei momenti di crisi, prevenirne l’insorgenza regolando il proprio funzionamento nelle varie aree della vita e imparando a relazionarsi con gli altri in modo non distruttivo.

La schema-focused therapy (SFT) di Jeffrey Young si basa sul presupposto che molte cognizioni negative hanno le loro radici in esperienze passate problematiche che danno origine a veri e propri schemi di comportamento maladattivo, fonte di sofferenza personale e relazionale.

L’approccio Schema-Therapy combina tecniche di terapie cognitivo-comportamentale standard con tecniche esperienziali derivate da altri approcci terapeutici di impronta relazionale e psicoanalitica. La Schema-Therapy ha dimostrato risultati significativi nell’aiutare le persone a modificare gli schemi con cui hanno convissuto per un lungo periodo di tempo, anche quando altri metodi terapeutici non hanno avuto successo.

La terapia metacognitiva interpersonale (TMI) è un approccio terapeutico ai disturbi di personalità incentrato sul riconoscimento degli stati mentali e dei comportamenti patologici che si attivano nelle relazioni, compresa la relazione con lo psicoterapeuta. Questo focus permette di aiutare il paziente a riconoscere sintomi altrimenti difficilmente riconoscibili e di renderli oggetto di riflessione e cambiamento.