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Terapia Metacognitiva
Che cos’è la Terapia Metacognitiva?
La Terapia Metacognitiva è una recente evoluzione della Psicoterapia Cognitiva standard (CBT) che fornisce un intervento breve, strutturato ed efficace per il trattamento dei principali disturbi d’ansia e per la depressione.
La Terapia Metacognitiva si è sviluppata negli ultimi decenni a partire dagli studi di Adrian Wells e Gerald Matthews (1994). Dopo un primo sviluppo in cui è stata utilizzata prevalentemente per il trattamento del disturbo d’ansia generalizzata, la Terapia Metacognitiva è stata applicata ad un range sempre più ampio di disturbi d’ansia e dell’umore, come la depressione cronica e il disturbo ossessivo-compulsivo. Contemporaneamente, si sono accumulate sempre più evidenze di ricerca che indicano la Terapia Metacognitiva come una valida scelta terapeutica sia per la rapidità del trattamento che per la sua efficacia, pari o superiore a quella della terapia cognitiva standard (CBT).
Quanto è efficace la Terapia Metacognitiva?
Fin dalle sue prime applicazioni, la Terapia Metacognitiva è stata sottoposta a studi di efficacia per dimostrarne l’utilità. Un numero crescente di ricerche condotte soprattutto negli ultimi 15 anni attesta come la Terapia Metacognitiva sia comparabile alla terapia cognitiva standard (CBT), alcuni di questi studi indicano inoltre una efficacia anche significativamente superiore, sia nell’effetto ottenuto al momento della terapia, sia nella permanenza a lungo termine degli risultati positivi. Le ricerche indicano inoltre come gli effetti della Terapia Metacognitiva non si verifichino solo sui sintomi direttamente trattati, ma anche su sintomi secondari, come i sintomi depressivi associati ad una condizione ansiosa primaria. Questi risultati sembrano dare riscontro del fatto che la Terapia Metacognitiva agisce, come indica il modello teorico, su meccanismi patologici comuni a diversi disturbi, indipendentemente dai sintomi manifestati. Gli effetti positivi della Terapia Metacognitiva sono stati dimostrati in particolare nel trattamento del disturbo d’ansia generalizzata, nella depressione cronica, nella fobia sociale, nel disturbo da stress post traumatico, nel disturbo ossessivo-compulsivo.
Le basi della Terapia Metacognitiva: Che cos’è la metacognizione?
La Terapia Metacognitiva si basa sul modello metacognitivo del funzionamento mentale, secondo il quale esiste un sistema di controllo che regola e organizza il flusso dei nostri pensieri e della nostra attenzione. Il sistema di controllo metacognitivo, ad esempio, è quella funzione che ci rende capaci di sapere che conosciamo il nome di una persona anche se non lo ricordiamo in quel momento (il fenomeno dell’avere qualcosa “sulla punta della lingua”). Il sistema metacognitivo controlla i nostri pensieri anche in molti altri modi, attraverso quelle che chiamiamo “credenze metacognitive”, cioè pensieri sui pensieri: ad esempio una persona potrebbe crede che avere un pensiero violento significa che siamo sul punto di mettere in atto un comportamento violento, oppure che avere il dubbio di aver chiuso la porta di casa, vuol dire che non si è davvero chiuso la porta di casa. Secondo la Terapia Metacognitiva, sono proprio questi pensieri sui pensieri che costituiscono un meccanismo centrale nel mantenimento della sofferenza psicologica, è quindi necessario agire su di essi per interromperla efficacemente.
Rimuginio e metacognizione
Quando il sistema di controllo metacognitivo è influenzato da pensieri sui pensieri disfunzionali, ci troviamo difronte a quello che il modello definisce sindrome cognitivo-attentiva (CAS) cioè un funzionamento mentale rigido e disfunzionale che genera sofferenza ed è responsabile del manifestarsi di numerosi disturbi.
Un esempio tipico di pensiero sul pensiero disfunzionale è relativo al rimuginio. Il rimuginio è quel pensiero che tutti facciamo di tanto in tanto quando ci preoccupiamo, cioè quando immaginiamo una catena di eventi negativi sempre più catastrofici che potrebbero verificarsi nel futuro. Il rimuginio è alla base del disturbo d’ansia generalizzata, nel quale il rimuginio è pervasivo e la persona ha la sensazione di non poterlo controllare. Proprio l’idea che il rimuginio sia incontrollabile è uno di quei pensieri sui pensieri su cui agisce la Terapia Metacognitiva: tutti noi, compresi coloro che sono affetti da disturbo d’ansia generalizzata, siamo in grado di regolare e controllare il nostro rimuginio, tuttavia in chi ha questo disturbo, l’idea stessa che il rimuginio sia incontrollabile porta a tentativi di controllare ed eliminare il rimuginio del tutto controproducenti e infruttuosi, tali per cui l’idea che il rimuginio sia incontrollabile si rinforza, in un vero e proprio circolo vizioso che alimenta il disturbo.
Come si struttura la Terapia Metacognitiva
La Terapia Metacognitiva agisce sui disturbi correggendo i pensieri sui pensieri disfunzionali, come quelli relativi all’idea che il rimuginio sia incontrollabile o che certi pensieri siano pericolosi o abbiano un significato particolare (ad esempio che avere il pensiero di essere omosessuale significa che sono omosessuale, o che avere la sensazione che ci sia un pericolo, significa che effettivamente c’è un pericolo).
Occupandosi dei pensieri sui pensieri, la Terapia Metacognitiva agisce in maniera molto diversa dalla terapia cognitiva standard (CBT): ad esempio, difronte ad una persona con disturbo d’ansia generalizzata, che ha continue preoccupazioni su diverse aree della sua vita, la terapia cognitiva standard agisce prendendo in considerazione la singola preoccupazione, come il pensiero che la mia compagna potrebbe lasciarmi, aiutando il pazienta a valutare le prove e le controprove sulla probabilità che questo evento accada, abbassando così la sensazione di rischio imminente. Questo modo di procedere aiuta a diminuire l’ansia, ma può essere poco efficace perché per ogni nuova preoccupazione la persona deve impegnarsi in una valutazione delle probabilità e nella ricerca di rassicurazioni e controprove efficaci.
La Terapia Metacognitiva agisce invece aiutando la persona a rivalutare la natura stessa delle preoccupazioni, indipendentemente dal loro contenuto: aiuta cioè la persona a capire che tutte le preoccupazioni sono uguali e che la loro comparsa nella mente è solo un evento passeggero, e non significa che un pericolo sia imminente o probabile per il fatto stesso che ci è venuto in mente. In questo modo la persona impara a relazionarsi in modo diverso e più distaccato dai propri pensieri e dalle proprie preoccupazioni, senza dover entrare nel merito di ognuna di esse.
Per arrivare a questo obiettivo la Terapia Metacognitiva utilizza diverse tecniche che vengono insegnate in seduta e praticate a casa dal paziente. Le tecniche principali consistono in semplici esperimenti ed esercizi mentali molto pratici con cui il terapeuta aiuta il paziente a riflettere e riconoscere il reale funzionamento della propria mente e quali sono davvero le strategie che funzionano per regolare le proprie preoccupazioni e i propri pensieri, interrompendo tutti quei comportamenti patogeni che mantenevano il disturbo.
La Terapia Metacognitiva è quindi una terapia breve e altamente strutturata, che prevede percorsi terapeutici basati su step progressivi standardizzati e che possono essere monitorati da terapeuta e paziente mediante l’uso di questionari e scale che rendono evidenti e misurabili i cambiamenti nel corso della terapia e le aree su cui è necessario continuare il trattamento.